Ebbene sì, sembra che Papa Francesco, dopo duemila anni, abbia la seria intenzione di cambiare la preghiera nota come “Padre Nostro”, che ha origini nel Vangelo di Luca ( Luca 11:2-4) e di Matteo (Matteo 6:9-13). il motivo? Molto serio… In questa antichissima preghiera si può infatti leggere la frase “E non ci indurre in tentazione” sollevando problemi morali sul comportamento di Dio nei nostri confronti. Già la CEI vorrebbe cambiare la frase da «non indurci in tentazione» a «non abbandonarci alla tentazione».
Ma che origini ha questa conosciutissima preghiera? Il Compendio al catechismo n° 578 scrive “Gesù ci ha insegnato questa preghiera cristiana insostituibile, il Padre nostro, un giorno in cui un discepolo, vedendolo pregare, gli chiese: “Insegnaci a pregare” (Lc 11,1). La tradizione liturgica della Chiesa ha sempre usato il testo di san Matteo (6,9-13)”.
Sarebbe lo stesso Gesù Cristo ad insegnare questa preghiera ai suoi diretti discepoli, così da riportarla intatta fino alla nostra epoca, pensate, duemila anni che viene recitata questa orazione in cui Gesù insinuerebbe che suo Padre, il Dio dei Cristiani, induce noi poveri mortali in tentazione.
In questo link potrete trovare la traduzione dall’originale in Aramaico, traslitterato poi in Ebraico, Greco e Latino, in cui, nelle varie forme è evidente la responsabilità di Dio nell’indurre l’uomo in tentazione.
In Aramaico: W la talan i nesjuna (E non portarci in tentazione).
In Ebraico: Wel al tevi e nu lide nissayon – approssimativamente – (E non indurci nella mano del Nemico:
In Greco: kài mé eisenènkes hemàs eis peirasmòn (E non ci indurre in tentazione).
In Latino (vulgata) Et ne nos inducas in tentationem E non indurci in tentazione
Ma perché Dio dovrebbe indurci in tentazione? Non è il Diavolo che ci seduce e ci lusinga? Vista la sua funzione di adescatore è proprio il diavolo che dovrebbe presentarci delle situazioni “karmiche” favorevoli alla violazione delle regole divine… già, perché ricordiamoci che la tentazione è peccato!
Appare quindi uno squarcio teoretico in cui inizia ad intravedersi un meccanismo di bilanciamento “dualistico” in cui bene e male si rincorrono come lo Yin e lo Yang Taoista. Se consideriamo che Taoismo ed Ebraismo sono quasi coevi potremmo assimilare lo Yin e lo Yang agli opposti di biblica memoria, il bene e il male in cui anche nella Mistica Ebraica vi si trovano tracce. Come ulteriore considerazione possiamo constatare come il male sembri essere connaturato nel bene, così come l’entropia è una conseguenza della sintropia, il bene assoluto contiene i prodromi del male, come nella figura del Tai chi tu, il famoso pittogramma che mostra come le due energie duali contengano una componente opposta che annulla il concetto di assoluto, nel bianco infatti c’è un piccolo tondo nero e nel nero un piccolo tondo bianco, dimostrazione di come il bene assoluto e il male assoluto non possano esistere. Già nella Tradizione iranica, più precisamente nello Zoroastrismo, troviamo tracce di come il male e il bene coesistessero nella medesima entità divina. Secondo il Dizionario delle Religioni Orientali (Ed. Vallardi) Ahura Mazda, che corrisponde al dio indiano Varuna, concepito come dio onnisciente, fosse inizialmente dotato di un doppio aspetto, in quanto dispensatore sia della buona come della cattiva sorte. In seguito, Zarathustra ne scisse le due caratteristiche opposte definendole come Spenta Mainyu (Spirito Santo) e Angra Mainyu (Spirito maligno).
Il Dio Cristiano sembra possedere infatti entrambe queste caratteristiche duali, o quantomeno sembra accettare che il male entri nella nostra vita, come spiegare infatti che esso, nella sua totipotenza ed onniscienza l’indifferenza con il quale accetta (nella Tradizione Cristiana) che Lucifero tenti Eva o che Caino uccida Abele?
Ricordiamo inoltre come Lucifero non appaia con caratteristiche esclusivamente avverse all’uomo, ma si configura alla pari di una guida o comunque comprendente una serie di qualità divine bendisposte nei confronti dell’umanità.
Il nome stesso infatti significa “Portatore di Luce” (dal latino Lux – Luce e Ferre, portare o Phosphoros dal greco Phos – Luce e Pherein , portare ) naturalmente stiamo parlando della luce della conoscenza e del discernimento (come Gnosi, o Conoscenza Esoterica, negata all’uomo comune). Curioso come per le altre culture mistiche Lucifero possedesse delle caratteristiche femminili, nell’Egitto antico era infatti Tioumoutiri o Venere, la Stella del Mattino così come anche in Oriente, nell’antica Babilonia coincideva con Ishtar, era Astarte per i Fenici e Inanna per i Sumeri. Se leggiamo inoltre le caratteristiche dei 72 Demoni del Lemegeton conosciuto come Piccola Chiave di Salomone il cui titolo originale era Pseudomonarchia Daemonum, molti dei Demoni in questione avevano caratteristiche utili per il Teurgo che ne reclamava la presenza (c’erano demoni che insegnavano la matematica, chi l’utilizzo delle erbe medicamentose, chi invece dove si nascondeva un tesoro, ma anche chi svelava i segreti del passato, presente e futuro, si trova addirittura un diavolo che riconciliava i nemici andando contro addirittura al significato stesso di diavolo – che significa fondamentalmente “divisore”), quindi dobbiamo iniziare a pensare che prima del cattolicesimo e dell’intervento della teologia, il male era parte integrante del bene?… Anche l’etimologia stessa di Angelo, secondo l’accezione cristiana, aveva il significato di Aggelos o Anghelos che significa “messaggero”, Lucifero e la schiera di Arcangeli caduti non erano forse tutti “messaggeri”? Ma in merito a questa domanda vi invito a un approfondimento leggendo l’articolo apparso su “Officina di Karmanautica” del 21/05/2017
https://www.karmanautica.it/2017/05/21/considerazione-sulle-due-forze-antagoniste-maggiori-nella-cultura-giudeo-cristiana-unaltra-forma-di-prigionia/
Non vediamo quindi una sorta di “induzione karmica” che opera subdolamente nelle nostre scelte? È così vero che noi siamo liberi di agire come la nostra volontà ci impone? Le scelte sono veramente nostre?