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L’illusorietà del mondo materiale

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  • Ultima modifica dell'articolo:Marzo 15, 2020

In queste (necessariamente brevi) lezioni, cercherò di spiegare concetti e nozioni che affondano le loro radici nelle maggiori religioni e filosofie rendendoli scevri da connotazioni e (quando possibile) terminologie riconducibili a esse. La mia ricerca volge proprio a confermare, alla luce delle recenti scoperte scientifiche, quei concetti sopracitati e attraverso di essi spiegare come percorrere una strada che porti a dare un significato alle nostre azioni e alla nostra intera esistenza. Iniziando dalle basi è necessario comprendere come questa realtà sia “falsata” dal rapporto tra osservatore/osservato e dalla “illusorietà” della rappresentazione “realtà”.

Per fare questo partirò da alcune nozioni fondamentali. Capire che il mondo è diveniente, plurale e impermanente. Seguiranno lezioni per poterne gestire gli eventi karmici per vivere una vita consapevole in ogni situazione.

“Velo di Maya” è un’espressione coniata da Arthur Schopenhauer e citata nel suo “Il mondo come volontà e rappresentazione”. La sua filosofia sostiene che il mondo è sogno e che questo velo di natura metafisica e illusoria, separa gli esseri individuali dalla conoscenza/percezione della realtà, rendendola limitata dai cinque sensi impedisce loro di ottenere la liberazione spirituale tenendoli così imprigionati nel saṃsāra ovverosia il continuo ciclo delle morti e delle rinascite, il tema della reincarnazione dello spirito è simile al viaggio dell’acqua quando da vapore acqueo si trasforma in pioggia per poi ricadere a terra e ridivenire pioggia, a una “pesantezza spirituale” risponde una ricaduta nel Velo di Maya o Ragnatela karmica. Il percorso che si propone la Karmanautica è proprio quello di “mantenere” il karma a un livello di densità tale da non ricadere nel ciclo delle morti e rinascite.

Maya era anche la Dea dell’Illusorietà, si dice che dopo aver creato la Terra, la ricoprì con un velo al fine di impedire agli uomini la conoscenza della vera natura della realtà. “Maya è il velo dell’illusione, che ottenebra le pupille dei mortali e fa loro vedere un mondo di cui non si può dire né che esista né che non esista; il mondo, infatti, è simile al sogno, allo scintillio della luce solare sulla sabbia che il viaggiatore scambia da lontano per acqua, oppure a una corda buttata per terra ch’egli prende per un serpente”.

Il suo nome nasconde il gesto del “creare” Mā, che significa anche misurare (quindi quantificare coscientemente) ma anche “forgiare” e “costruire”, e con questo termine si indica anche il potere dinamico che crea il mondo materiale. Sarebbe molto complesso e dispendioso cercare in una sola lezione di spiegare quel’è il “terreno di scontro” che ci vede protagonisti di questa vita materiale per cui posso giusto “alzare un poco il velo” sperando che il resto lo possa fare l’intuizione. Citando il Tao Te Ching (Daodejing 道德經 – Libro della Via e della Virtù):

“Il Tao generò l’Uno, l’Uno generò il Due, il Due generò il Tre, il Tre generò le diecimila creature. Le creature voltano le spalle allo yin e volgono il volto allo yang, il ch’i infuso le rende armoniose.”

Come potrete notare si parla di numero come da uno stadio dove l’energia è potenziale (compressa come nel big bang) si esplica divenendo cinetica ed inizia il suo percorso dinamico esprimendosi nel dualismo (dove si vede lo switch energetico come passaggio dallo zero all’uno, base del sistema binario il cui esempio più rappresentativo è manifestato nel linguaggio del computer). Ma anche il Sepher Yetzirah (ebraico: ספר יצירה, Sēpher Yəṣîrâh – “Libro della formazione” o “Libro della Creazione”) è il titolo del più importante testo di riferimento del misticismo ebraico) narra di come Yahweh “Creò l’Universo con tre forme: la scrittura, il Numero e la Parola”. Ovviamente, essendo l’ebraico un linguaggio alfanumerico, le cose si complicano di molto, ma, attraverso lo studio dell’Otz Chiim (L’Albero della Vita) possiamo notare quanti parallelismi esistano nella “discesa della luce nella materia” nozione facilmente deducibile anche scientificamente, infatti  la possibilità di trasformare la luce in materia venne teorizzata per la prima volta nel 1934 da Gregory Breit e John Wheeler, sostenendo che poteva essere ottenuta attraverso lo scontro di due fotoni (ovvero le particelle elementari della luce), ottenendo quindi un elettrone e un positrone. Inoltre, attraverso i metodi qabalistici definiti come “Ghematria”, “Notariqon” e “Temurah” possiamo intravvedere come il nome di Jahweh (Il Tetragramma sacro IHVH nome considerato di grande potere) venga utilizzato per creare (e distruggere) attraverso permutazioni simili allo sviluppo del DNA.

Secondo gli insegnamenti biblici e cabalistici, il tessuto e la costruzione del corpo fisico provengono dalle vibrazioni della Tetragrammaton (I – Yod H – He V – Vau H – He che non confondiamo come statico essendo in essenza dinamico). Ebbene l’atto della “tessitura” di questi “VETTORI VIBRAZIONALI” darebbero come risultato delle “matrici matematiche” che come gruppi di tre lettere nelle loro combinazioni vengono a formare 64 caselle, il numero dei codoni del DNA; purtroppo a prima vista mi sono reso conto della scarsa “digeribilità” della prima lezione, spero saprete cogliere gli spunti necessari per avviare il meccanismo dell’approfondimento personale attraverso letture appropriate, che per correttezza andrò di seguito a citare.

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Magia della Cabala – Mc Gregor Mathers. Vol. I, II. Ed. Mediterranee

La Cabala Mistica – D.Fortune

Sepher Jetzirah, Il Libro della Creazione, Le rorigini della Cabbalah fra magia e cosmogonia Ed. Il Cannocchiale/Lucchetti

L’Alfabeto ebraico – G. Lahy Ed. Le Porte di Venexia

L’I Ching Ed. Oscar Mondadori

Una chiave per l’Yi King – E. Judica-Cordiglia Ubaldini Editore

Tao Te Ching, Il Libro della Via e della Virtù A cura di J.J.L. Duyvendak Ed Oscar Mondadori

DNA Il Codice della Vita – Ernest Borek Ed Universale Scientifica Boringheri