«Hic premit, hic plorat, gemit hic, nimis iste laborat»
(Egli insiste, piange, geme, molto si addolora).
Commento al Terzo bassorilievo, sulla facciata, a destra del portale principale, del Duomo di Modena, attribuito a Wiligelmo.
Questa frase sembra essere il giusto incipit per condensare il concetto di come il lavoro sia avulso dall’anima dell’uomo celeste, e a conferma e suffragio del mio precedente articolo “E non ci indurre in tentazione (https://www.karmanautica.it/2018/11/10/non-ci-indurre-tentazione/) in cui affermo di come sia paradossale e “anti-umano” che Lucifero sia lasciato libero di causare la nostra perdizione attraverso la tentazione, al punto di provocare la “caduta” dall’Eden (la pre-Matrix in cui non esiste il rapporto di causa ed effetto fino al “peccato originale”) nella Matrix così come l’uomo la conosce da millenni.
La caduta di Adamo* dal Paradiso (ovvero da un luogo in cui il Karma non aveva ancora un proprio peso in termini di azione e reazione, o causa ed effetto) sulla Terra (che deriva dal verbo latino torrĕo = disseccare, asciugare, inaridire e, sempre in latino, nell’aggettivo sostantivato, terra (o tersa) con sottintesa la parola materia) dimostra come la parte eterica, spirituale, o luminosa del primo essere umano, sia caduta nella materialità.
Il nome stesso ADAM, letto nel suo acrostico greco, prende il significato dei Quattro punti cardinali Anatolè – Oriente, Dismè – Occidente, Arctos – Settentrione, Mesembria – Mezzogiorno, graficamente e simbolicamente assimilata alla Croce, importante simbolo della Cristianità, ma anche di grande valenza esoterica, vediamo quale.
La Croce simboleggia la natura duale delle due forze primarie, l’eterna opposizione del maschile e del femminile che si contrappongono e si attraggono in un moto continuo, ma sono anche la diretta conseguenza del Quaternario che diventa l’espressione dei Quattro Elementi**, delle Quattro Stagioni, dei Quattro umori del corpo umano***, della Tetraktis**** e delle Quattro Stagioni.
Interessante notare come in alcune raffigurazioni di Adamo quest’ultimo venisse rappresentato androgino, la formazione della donna dalla costola dell’uomo infatti, non sarebbe una rappresentazione simbolica della comune qualità umana dei due, tant’è vero che essi avrebbero un nome identico, declinato al maschile (‘ish) e al femminile (‘ishsàh), quanto piuttosto sarebbe una ripresa del mito dell’androgino, cioè di un essere primigenio che univa in sé qualità maschili e femminili, destinate successivamente a dissociarsi, questo spiegherebbe in parte il connubio tra il maschile e femminile rappresentato dalle due braccia della Croce contenuta simbolicamente nel nome ADAM. (https://it.aleteia.org/2015/04/01/nel-racconto-di-adamo-ed-eva-ce-il-mito-dellandrogino-di-platone/).
Ma la Croce è anche il risultato grafico dell’espressione del Tetragrammaton IHVH che prende il significato del terreno fertile (la linea orizzontale) che viene fecondato dal seme fertilizzante (la linea verticale) e che si sviluppa graficamente nel quadrato, simbolo dell’impetrazione e della solidità (e quindi della materia) per antonomasia.
Per sostenere ciò che prima era spirituale e che è successivamente divenuto grossolano, si è reso necessario un adattamento, una vera e propria rivoluzione per chi era abituato a nutrirsi di “energia”, ciò che gli Yogi chiamano Prana. Il passaggio tra il nutrimento dell’anima e il nutrimento del corpo, quel nutrimento che obbliga l’uomo a nutrirsi di carne animale (e tutto ciò causa a livello eterico danni importanti).
Questa nuova e impellente necessità di procurarsi il cibo e tutto ciò che serve alla nuova vita nella materia (la Natura naturata) ha obbligato l’uomo a mezzi sempre più sofisticati (ed innaturali) per mantenersi, che hanno portato l’umanità a sfruttare la natura allo scopo di accumulare depositi di ricchezze finanziarie, Poggio Bracciolini, umanista e storico italiano vissuto a cavallo tra il ‘300/’400 diceva “Allo Stato il denaro è necessario come i nervi che lo sostengono, e quando vi siano numerosi gli avari, essi devono esser considerati come la base e il fondamento di quello”.
Vediamo quindi un sistema di auto-sostentamento primitivo a carattere individuale e familiare, divenire un sistema fagocitante e fine a sé stesso, un meme che si alimenta di energie e tempo dell’uomo che non si serve più del lavoro per sostentare sé stesso e la propria famiglia, ma che, al contrario il lavoro si serve dell’uomo per continuare ad esistere, così come la Matrix originaria che, al passaggio tra potenzialità e dinamicità, ha creato un sistema irreversibile creazionistico. La Matrix sociale, una delle tante espressioni della Matrix originaria pretende che l’uomo si procuri il sostentamento attraverso il lavoro, compito che si è trasformato nel corso dei millenni, ma che ha sempre posto come condizione che “Il pane sapesse di sale”, ovvero che venisse guadagnato con il sudore della fronte e con grande sacrificio. D’altronde “lavoro” deriva dal latino “labor” che significa fatica, e un altro termine con cui il lavoro viene definito è “travaglio”, che deriva dal latino “tripalium” che è uno strumento di tortura usato dai romani per punire gli schiavi, così come la succitata Croce, il cui significato deriva dal sanscrito “Krugga” che significa Bastone, per i Greci è “Stauròs” che significa Bastone, mentre per gli Ebrei prendeva il significato di Albero. Come possiamo notare tutti i significati convergono all’origine primitiva che vede la croce come un supplizio: un albero, un palo o un bastone in cui i condannati venivano fissati con chiodi o funi, se non addirittura impalati.
Con questo articolo ho voluto evidenziare come questa “punizione” sembri essere la diretta conseguenza del peccato originale di biblica memoria e ho voluto suggerire come il lavoro possa essere inteso come un’espressione della Matrix che diviene parte di una sottocategoria, la Matrix sociale.
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Note
* (in ebraico: אָדָם, in arabo: آدم – il cui significato è molteplice e dovuto a diverse interpretazioni che vanno da “essere umano” a “suolo” o “uomo rosso”, ma assume anche il significato di “fare o creare”, lo stesso significato che ricopre il termine Karma che ha origine dalla radice verbale sanscrita kṛ avente il significato di “fare” o “causare”, presupponendo la condizione di “creare qualcosa agendo”).
** Anassimene di Mileto introdusse la Teoria dei Quattro Elementi nel pensiero greco attorno al VI Secolo a.C.
*** La Teoria dei Quattro Umori del corpo umano fu concepita da Ippocrate di Coo. Sembra che Ippocrate venne gradualmente introdotto ai misteri della medicina egizia, attraverso un lungo percorso iniziatico.
**** Il 10 è “quattro al triangolo” ed è inoltre la somma dei primi quattro numeri, 1 + 2 + 3 + 4 = 10, gli stessi numeri si ritrovano nei rapporti degli intervalli musicali, come abbiamo appena visto. E il 10 rappresenta la somma di tutte le dimensioni: un punto, che non ha dimensioni, 2 punti, che generano una linea a una dimensione, 3 punti, che generano un triangolo in due dimensioni e 4 punti, che generano un tetraedro nelle tre dimensioni. Il 10 era la sacra Tetraktis, simbolo esoterico dei pitagorici.
Fonte https://areeweb.polito.it/didattica/polymath/htmlS/argoment/APPUNTI/TESTI/Gen_02/Cap4.html