È difficile fare
le cose difficili:
parlare al sordo
mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate
a fare le cose difficili:
dare la mano al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi
che si credono liberi.
(Lettera ai bambini, Gianni Rodari)
Esopo racconta che Prometeo, che aveva fabbricato gli uomini, appese al loro collo due bisacce, l’una piena di vizi altrui e l’altra dei vizi propri a ciascuno di essi; quella dei vizi altrui la pose davanti, mentre l’altra la appese dietro. Questo è il motivo per cui gli uomini scorgono a prima vista i difetti altrui, mentre quelli propri non li mettono mai sott’occhio.
Questa bella favola è veramente sagace, pone inoltre l’indice su di una abitudine vecchia come il mondo, vedere i difetti del prossimo senza saper riconoscere i propri.
Ma cosa sono i vizi? Sono comportamenti aberranti e ripetitivi, anche in modo compulsivo che hanno la priorità assoluta by passando il raziocinio, atteggiamenti assolutamente negativi che schiavizzano mente e corpo.
Fumo, alcool, droghe sono i più conosciuti, ma i vizi veri sono quelli non evidenti al punto da essere notati, ma che fanno ugualmente grossi danni a chi li subisce e a chi vive accanto alla vittima di tali “abusi caratteriali”.
Nell’elenco si possono trovare l’Accìdia (Passiva indifferenza verso ciò che circonda il soggetto colpito) o l’aggressività (comportamento ostile verso ciò tutto ciò che ci circonda), ma anche l’arroganza (la presunzione cieca e arbitraria), l’astio innato verso il prossimo, la boria (supporre di essere migliori del prossimo) l’egoismo (che si esprime su tutto ciò che si ritiene proprio e che si nega al prossimo), la falsità (comportamento doppio ed instabile che porta a mentire a tutti anche nelle piccole cose), il menefreghismo (sentimento o mancanza di esso nei confronti del prossimo e/o di tutti gli avvenimenti legati al prossimo), livore (invidia acuta che porta alla malevolenza del soggetto invidiato), la negatività (che porta a negare tutto senza porre nessuna alternativa), l’orgoglio e protervia (la sopravvalutazione dei propri meriti e alla presunzione di superiorità verso il prossimo), l’ostinazione (caparbietà, cocciutaggine), la renitenza (l’atto di resistere opponendosi al prossimo) il risentimento (reazione di sdegno o di irritazione
provocata da una ingiuria o da una offesa).
Come vedete ognuno è vessato da particolarità caratteriali negative, ne è schiavo e il più delle volte inconsapevole e riluttante al miglioramento.
Ma anche il mondo attuale ci ha regalato una serie di nuove cattive abitudini che hanno creato nella mente delle assuefazioni croniche, il fanatismo sportivo, il superamento della priorità tra essere e avere e tutto ciò che vi è connesso, la mancanza di obbiettivi, l’arrivismo a tutti i costi, il deviare tutte le fatiche e i sacrifici che presenta questo vivere per saltare a piedi pari verso attestati fittizi, diplomi inventati, certificati immaginari solo per una mera soddisfazione dell’ego.
L’apparenza è ormai la vera identità che l’uomo di oggi cerca e che ha sostituito la sua vera essenza, come simulacri senza personalità si copiano atteggiamenti e si seguono mode scelte e imposte da altri. Vizi viventi e consenzienti (ma non senzienti) che seguono il gregge anche quando vantano di non esserne parte, che credono di lottare solo perché dissentono su di una tastiera ma non hanno la forza, né il coraggio di cambiare veramente attraverso il vero lavoro su se stessi.
Schiavi di firme e di loghi prendono la loro forza da marchi che gli coprono le spalle dalla mediocrità (credono) e credono che l’appartenenza a “gruppi dissidenti” dal sistema possa fornire loro vie di salvezza. In realtà divengono ulteriormente schiavi di false credenze e schiavi di tutta la negatività scaturente da false notizie (in particolar modo sulla politica).
Io ho visto anarchici con bandiere rosse o no global con le nike ai piedi o indossare Adidas o Billabong (tutte marche che per poterle acquistare serve almeno un quarto dello stipendio di un operaio) tanta è la coerenza e la consapevolezza del sistema che vogliono combattere.
Anch’essi schiavi di idee inculcate da poteri forti su menti deboli, che lottano per quegli stessi partiti che all’occorrenza girano le spalle, che li usano al modo di vuota manovalanza, come fossero burattini teleguidati.
Questo è il livello della lotta senza quartiere che questo periodo storico ha prodotto, alla faccia del Kali Yuga, questa non è solo l’età del Ferro… anzi credo che si possa parlare di piani ancora più ctonii.
Quindi, questi schiavi che si credono liberi, al contrario lavorano essi stessi per quel sistema che odiano (di quell’odio da tastiera che si “spegne” allo spegnimento del pc), inconsapevolmente si credono i salvatori dell’umanità, ma solo perché questo gli è stato fatto credere.
Come si pone la Karmanautica su questo problema? Semplice, conoscere il problema, ridimensionarlo attraverso la indifferenza consapevole ma attiva, lavorare sui propri limiti per espanderli, modificare punti di vista e mettersi in discussione, lavorare con umiltà ma con decisione sui propri vizi e difetti, ma soprattutto avendo in mente obbiettivi e le giuste priorità.
Distaccarsi dal sistema significa non farne parte in nessun modo, dissentire in modo dissennato e uguale a sostenere fanaticamente, e questo crea uno squilibrio che pone sulla bilancia e non al di fuori di essa, suscettibili a tutti gli altalenanti capricci, quindi nessun nuovo “Neo” sotto il sole ma un altro “byte” del sistema.